Anche gli all blacks si devono adattare ai tempi moderni.
La presentazione ufficiale del contratto di sponsorizzazione tra NZRU e la compagnia statunitense d'assicurazione AIG è stato l'evento della giornata in Nuova Zelanda ed ha ovviamente fatto il giro del mondo ovale.
Fin ora gli all blacks erano rimasti fedeli alle loro maglie rigorosamente nere e senza sponsor, e anche il logo bianco dell'Adidas era visto come una forzatura. La scritta AIG a dire il vero è ben poco ingombrante, soprattutto se la si confronta con un mondo rugbistico oramai dominato anche a livello di nazionali dagli sponsor sulle maglie e dalle scelte cromatiche discutibili: il viola usato dall'Inghilterra contro l'Argentina mi fa ancora perdere l'appetito, il nero usato ai mondiali dell'anno scorso lo considero ancora un'assurdo affronto.
La presentazione ufficiale del contratto di sponsorizzazione tra NZRU e la compagnia statunitense d'assicurazione AIG è stato l'evento della giornata in Nuova Zelanda ed ha ovviamente fatto il giro del mondo ovale.
Fin ora gli all blacks erano rimasti fedeli alle loro maglie rigorosamente nere e senza sponsor, e anche il logo bianco dell'Adidas era visto come una forzatura. La scritta AIG a dire il vero è ben poco ingombrante, soprattutto se la si confronta con un mondo rugbistico oramai dominato anche a livello di nazionali dagli sponsor sulle maglie e dalle scelte cromatiche discutibili: il viola usato dall'Inghilterra contro l'Argentina mi fa ancora perdere l'appetito, il nero usato ai mondiali dell'anno scorso lo considero ancora un'assurdo affronto.
L'adeguamento all'uso moderno che costringe le federazioni nazionali a ricorrere alla sponsorizzazione per coprire i costi di uno sport sempre più oneroso ha comunque suscitato la prevedibile alzata di ciglia, e non solo, dei kiwi, compreso qualche commento sarcastico. Sacrilegio vendere la sacra maglia nera per 30 denari!
Soprattutto sorprende il pubblico neozelandese che non sia stato scelto un marchio di casa, anche se fatico a pensare ad un marchio globale made in New Zealand e si sia scelta una compagnia d'assicurazione rinominata dal deputato repubblicano Paul Hodes Arrogance, Incompetence and Greed (arroganza, incompetenza ed avidità) durante la crisi economica del 2008 quando fu travolta dagli scandali e poi salvata dallo stato USA con 170 miliardi di dollari, di cui 160 milioni vennero pagati in bonus ai propri dirigenti.
Le ragioni economiche sono sotto gli occhi di tutti, e anche federazioni di nazioni ben più ricche della Nuova Zelanda ricorrono da anni alla sponsorizzazione. In più la NZFU così come l'ARU in Australia mettono sotto contratto tutti i giocatori della nazionale, e se questi accettano un altro contratto rispetto a quello proposto dalla federazione, gli escludono dalla nazionale. Ciò non ha distolto giocatori del calibro di Dan Carter, Sonny Bill Williams o Luke McAlister dall'accettare lucrosi contratti all'estero e dire, temporaneamente o definitivamente addio alla maglia nera. Come ripetuto da molti all blacks, si spera che questo contratto con l'AIG aiuterà la NZRFU a tenere sotto contratto giocatori di alto livello, che comunque non mancano alla nazionale prima al mondo. Ma forse sarà il primo passo per rendere la federazione slegata dall'attuale sistema e permetterà a giocatori sotto contratto di club di giocare in nazionale.
Certo non vedrò di buon occhio quando la prossima sfida tra Australia e Nuova Zelanda sarà rinominata il "sponsor a caso" Qantas Wallabies - AIG All Blacks Test Match, ma alla fine quando l'arbitro fischierà l'inizio del gioco, AIG o meno sulle maglie, la vista di 15 all blacks incuterà sempre timore ad ogni avversario.
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Richie McCaw e la maglia sponsorizzata - Getty Images |
Le ragioni economiche sono sotto gli occhi di tutti, e anche federazioni di nazioni ben più ricche della Nuova Zelanda ricorrono da anni alla sponsorizzazione. In più la NZFU così come l'ARU in Australia mettono sotto contratto tutti i giocatori della nazionale, e se questi accettano un altro contratto rispetto a quello proposto dalla federazione, gli escludono dalla nazionale. Ciò non ha distolto giocatori del calibro di Dan Carter, Sonny Bill Williams o Luke McAlister dall'accettare lucrosi contratti all'estero e dire, temporaneamente o definitivamente addio alla maglia nera. Come ripetuto da molti all blacks, si spera che questo contratto con l'AIG aiuterà la NZRFU a tenere sotto contratto giocatori di alto livello, che comunque non mancano alla nazionale prima al mondo. Ma forse sarà il primo passo per rendere la federazione slegata dall'attuale sistema e permetterà a giocatori sotto contratto di club di giocare in nazionale.
Certo non vedrò di buon occhio quando la prossima sfida tra Australia e Nuova Zelanda sarà rinominata il "sponsor a caso" Qantas Wallabies - AIG All Blacks Test Match, ma alla fine quando l'arbitro fischierà l'inizio del gioco, AIG o meno sulle maglie, la vista di 15 all blacks incuterà sempre timore ad ogni avversario.
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